Nel racconto del cibo, che è sia nutrizione che gusto, si intrecciano tre elementi:
etica, responsabilità e consapevolezza.

La mia missione è portare alla luce le storie dei territori in cui ingredienti e piatti
vengono prodotti, trasformati e mangiati, supportando l’approccio di chi contribuisce
a delineare il legame profondo fra cultura gastronomica, territori, produttori e cuochi.

Parlare di cibo è una responsabilità sociale.

COMUNICAZIONE ——————— Jessica Cani

Mi chiamo Jessica e dal 2015 mi occupo di consulenze di comunicazione, food (copy)writing, social media strategy, creazione di contenuti e influencer marketing.

Cosa faccio in pratica? 

Creo progetti narrativi di cultura enogastronomica e territoriale.

Significa ascoltare le persone che ruotano attorno al mondo enogastronomico e trasformare ingredienti, piatti e destinazioni in parole e immagini basate su una narrazione responsabile e sincera del cibo, dei luoghi in cui viene prodotto e dei produttori.

Tra i miei clienti ci sono ristoranti e locali, cantine e produttori, botteghe, web agency, food magazine e destinazioni. 

Credo che il cibo sia cultura, connessione, memoria e nutrizione: necessita un racconto etico e autentico, connesso alle persone che lo producono e ai territori da cui proviene.

SCRITTURA ————— Raccontare il cibo
Per proteggere le nostre radici, abbiamo bisogno di persone orgogliose delle proprie origini e curiose di quelle altrui. È con la consapevolezza della propria identità che l’eterogeneità diventa motore di innovazione e sviluppo.

La prima volta che mi è stato commissionato un articolo su un ristorante per una testata era il 2016. Avevo il compito di tradurre in parole il pensiero che lo chef portava sui suoi piatti e, in quella mia prima volta, non sapevo come dosare gioia e paura. Rischiavo di perdere oggettività, tanto era forte l’emozione del fare il lavoro che avevo sempre sognato.

Sono passati diversi anni, ma provo ancora questa emozione quando scrivo. Oggi mi occupo di supportare la comunicazione delle aziende attraverso la costruzione di progetti narrativi di cultura enogastronomica o territoriale.

L’aspetto che più mi anima è quello umano: conoscere le persone imparando a interpretare e riconoscere le sfumature della loro professione che si intreccia con la loro personalità, lasciando un messaggio. 

I narratori del cibo hanno la responsabilità sociale di adottare un approccio critico che non sia solo soggettivo, perché è un mestiere che tocca temi quali la sostenibilità ambientale, la giustizia alimentare, l’equità nella filiera di produzione e l’identità di un luogo. 

Servono cultura e sensibilità. 

I narratori del cibo hanno la responsabilità sociale di adottare un approccio critico che non sia solo soggettivo

Questo è ciò che mi muove in ciò che faccio: la scrittura gastronomica e la creatività tutta richiedono ascolto: del prodotto, di chi lo fa e di se stessi. È un esercizio che si impara con tempo e pazienza e il mio impegno è orientato verso una comunicazione sincera e connessa col presente, senza tralasciare il lato tecnico che si esprime nelle caratteristiche gusto olfattive di un alimento.

La creatività è l’impegno che ho preso con la mia coscienza.

BLOG ——————— Sardegna Quanto Basta

Sardegna Quanto Basta è il mio progetto di narrazione territoriale con cui mi esprimo attraverso viaggi, connessioni e degustazioni. 

In questi anni ho collaborato con enti del turismo, ristoranti e produttori, raccontando territori, persone, piatti e ingredienti, sia in Italia che all’estero. 

Ho una community di +37k persone su Instagram, +12k persone su TikTok e una media di 3000 lettori unici al mese sul blog Sardegna Quanto Basta.