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Catania dove mangiare

Cosa mangiare a Catania: viaggio gastronomico di due giorni dallo street food alle ricette innovative

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Cosa mangiare a Catania: viaggio gastronomico di due giorni dallo street food alle ricette innovative

Catania dove mangiare

I migliori indirizzi per mangiare a Catania tra piatti della tradizione e cucina innovativa: granita con brioche, pistacchio, pasta alla norma, pesce fresco, carne di cavallo e il meglio della cucina catanese.

Catania  | © Jessica Cani
Catania | © Jessica Cani

A un anno dal mio primo mio viaggio gastronomico in Sicilia, ma sull’altro versante, ovvero a Palermo, di cui puoi leggere i miei consigli qui, sono stata a Catania per una toccata e fuga di due giorni alla scoperta delle specialità della città.

Dalla colazione, al pranzo, l’aperitivo e la cena, ho percorso 33 km in due giorni per scoprire i piatti tipici dello street food di Catania e ho visitato due ristoranti dei giovani chef che stanno innovando la cucina della città con rispetto per la materia prima e fantasia.

Qui i miei consigli per mangiare a Catania in due giorni.

Buon viaggio e buon appetito!

Colazione e non solo: dove fare carico di energia

Pasticceria Savia: la rosticceria, dall’arancino alla cipollina alla bolognese 

granita e brioche da Savia a Catania  | © Jessica Cani
Granita e brioche da Savia a Catania | © Jessica Cani

È stata la prima pasticceria che ho provato per la colazione. È particolarmente conosciuta per la rosticceria e infatti l’arancino al ragù era qualcosa di spaziale (provate anche la bolognese e la cipollina). Ho però iniziato col dolce, ovvero una granita mandorla e pistacchio con brioche, e un cannolo siciliano. 

La brioche arriva calda. Era la prima granita con brioche della mia vita e me la godo come una bimba gode del suo primo dolcino. La mandorla in particolare è davvero gustosa. Discreto il cannolo ma, per me, è con il salato che danno il loro meglio.

Arancino da Savia a Catania  | © Jessica Cani
Arancino da Savia a Catania | © Jessica Cani

Prendiamo un arancino (non serve che vi dica che a Catania ha la O finale, vero?) con ragù, quindi classico. Pura e semplice perfezione: la panatura esterna croccantissima abbraccia il riso tiepido, morbido e burroso all’interno. Pezzi di carne e formaggio filante completano l’esperienza goduriosa.

Pasticceria Savia
Via Etnea, 300/302/304

Caffe Europa: la granita e il cannolo siciliano 

Arancino da Savia a Catania  | © Jessica Cani
Arancino da Savia a Catania | © Jessica Cani

Un po’ fuori dal centro, ma in una zona imperdibile, ovvero il lungomare catanese che merita una visita per una sosta di relax. Qui il caffè Europa è un’istituzione, un salotto buono della città molto frequentato dai locali a qualsiasi ora del giorno. Io ci vado per una merenda e per un aperitivo.

La merenda è a base di granita con mandorla e pistacchio e brioche e cannolo siciliano. La granita risulta corposa e il cannolo ha una cialda friabile con una ricotta di pecora delicata e gustosa. 

Per l’aperitivo mi concedo il mio amato Americano, preparato a regola d’arte e accompagnato da una serie di stuzzicchini fra cui delle pizzette lievitatate molto buone, qualche fritto e delle olive.

Caffè Europa
Corso Italia, 302

Prestipino: la raviola

Raviola di Pristipino Catania  | © Jessica Cani
Raviola di Pristipino Catania | © Jessica Cani

In città ci sono diverse sedi e io sono stata in quella proprio davanti al Duomo. Il posto è molto bello perché, subito all’entrata, ci sono delle vetrine contenenti la biscotteria siciliana, presentata quasi come fosse una gioielleria (ma non per i prezzi che sono in linea con gli altri posti). Inoltre il personale è davvero molto gentile e simpatico.

Iris al pistacchio di Pristipino Catania  | © Jessica Cani
Iris al pistacchio di Pristipino Catania | © Jessica Cani

Abbiamo preso un iris al pistacchio, un cannolo alla ricotta e una raviola. Quest’ultima è un tipico dolce catanese che può essere preparato fritto o al forno ed è ripieno di ricotta. Optiamo per la versione al forno. Pasta friabile, incredibilmente leggero e con un’aroma delizioso, la raviola è diventato il mio dolce preferito a Catania dopo la granita e brioche.

Prestipino
Piazza del Duomo, 1

Altri luoghi che avevo in lista ma non ho provato
Spinella, Ficarra Luigi, Sottile

Ristoranti a Catania: tradizione e modernità

Nuova trattoria del forestiero

Mangiare tipico a Catania non è impresa difficile dato che pullula di trattorie. L’impresa è trovare quella più autentica. Pare che la signora Rosanna sia particolarmente conosciuta in città per la sua cucina tipicamente casalinga. Quando dico casalinga, intendo che sembra proprio di essere a casa di zia o di nonna. Che c’è oggi? “Du cosette” è la risposta, che significa di tutto.

Noi abbiamo optato per una pasta alla norma (pare sia nata a Catania per cui vuoi non aggiungere alle porzioni della giornata un po’ di ziti fatti in casa con melanzane fritte e ricotta salata), delle polpette di cavallo e una fettina di cavallo.

Una cucina molto alla buona, diciamo così. Si mangia tanto spendendo il giusto rispetto anche al servizio e alla qualità discreta dei pasti.

Nuova Trattoria dal Forestiero
Via Coppola, 24/26
Tel: + 39 095316283

Altri luoghi tipici che avevo in lista ma non ho provato
Trattoria U’ Fucularu, Osteria Antica Marina, Mm! Trattoria, Vuciata

Angiò: la macelleria di pesce

Angiò macelleria di mare Catania  | © Jessica Cani
Angiò macelleria di mare Catania | © Jessica Cani

Se siete a Catania non potete non mangiare da Angiò, una macelleria di pesce a due passi dal lungo mare aperta nell’estate 2022. Padrone di casa Alberto Angiolucci, che dopo diverse esperienze professionali che l’hanno visto accanto a Enrico Bartolini e Bianca Celano, ha dato vita al suo progetto orientato sulla cucina di mare locale con un occhio all’innovazione.

Il locale è piccolo e con uno stile industrial: grande vetrata a illuminare il tutto, una decina di tavoli, un banco del pesce che mostra il pescato del giorno, una cella per la frollatura e un ampio scafale con etichette regionali e non solo.

Angiolucci accoglie subito i clienti con un sorriso e la presentazione di sé stesso, della formula e delle disponibilità del giorno.

Pane e burro alle alici, Angiò macelleria di mare Catania  | © Jessica Cani
Pane e burro alle alici, Angiò macelleria di mare Catania | © Jessica Cani

Cominciamo con un benvenuto dalla cucina: un burro alle sarde con limone fermentato e polvere al sesamo, servito con uno shokupan preparato con farine locali e lievito madre.

Lardo di totano, Angiò macelleria di mare Catania  | © Jessica Cani
Lardo di totano, Angiò macelleria di mare Catania | © Jessica Cani

Proseguiamo con un lardo di totano. La consistenza è burrosa e avvolgente, si scioglie quasi in bocca. Strepitoso. A seguire un piatto che ho fortemente desiderato non appena l’ho visto al banco: paté in crosta con ricciola e spada. Faccio un tuffo in Francia. Che spettacolo! 

Pane in crosta con ricciola e spada.
Angiò macelleria di mare Catania | © Jessica Cani

Continuiamo con un trancio di cappone con beurre blanc e terminiamo con una salsiccia di alalunga, pomodoro confit e barbabietola.

Salsiccia di alalunga, pomodoro confit e barbabietola. Angiò macelleria di mare Catania  | © Jessica Cani
Salsiccia di alalunga, pomodoro confit e barbabietola. 
Angiò macelleria di mare Catania | © Jessica Cani

Posto fortemente consigliato per un pranzo o una cena di pesce fuori dai soliti schemi.

Angiò macelleria di mare
Viale Africa 28h
Tel: + 39  335 161 3701

Materia | Spazio e cucina

Materia spazio e cucina | © Jessica Cani
Materia spazio e cucina | © Jessica Cani

Per l’ultima cena a Catania ho scelto Materia, anche questa un’apertura piuttosto recente nella splendida zona del teatro Massimo. In cucina, la chef Bianca Celano. 

Il ristorante si raggiunge suonando il campanello dell’Hotel Habitat, all’interno del quale si trova appunto Materia. Verrete poi accompagnati al primo piano nella sala, bellissima, con grandi tavoli conviviali in legno e alle pareti recipienti in vetro ricchi di legumi e cereali. L’atmosfera è elegante e diversa dal solito, un luogo adatto per una cena romantica o una serata speciale o, semplicemente, perché avete voglia di coccolarvi un po’.

Materia spazio e cucina | © Jessica Cani

Cominciamo con una vellutata di zucca e caprino. 

Materia spazio e cucina | © Jessica Cani
Tortello. Materia spazio e cucina | © Jessica Cani

Proseguiamo con uno dei piatti migliori della serata: tortelli ripieni di verdure, colatura di alici e limone candito, crudo di gamberi rossi locali e il loro estratto e salsa di burrata siciliana.

Zuppa di pesce. Materia spazio e cucina | © Jessica Cani
Zuppa di pesce. Materia spazio e cucina | © Jessica Cani

Ancora, una zuppa di pesce in brodo affumicato, spatola, gamberi rossi, seppia, sgombro, cozze, cous cous e salsa al finocchietto. Un tocco deciso del gusto rispetto alla delicatezza che spiccava negli altri piatti. Fantastico.

Terminiamo con un filetto di maiale dei Nebrodi al miele di melata, crema di patate leggermente affumicata, arachidi e foglie di senape.

Materia | Spazio e cucina 
via del Teatro Massimo 29

Per strada: gli street food da mangiare a Catania

I mercati: “Fera o luni” e “Piscaria”

Mercati a Catania | © Jessica Cani

Se mi leggete anche negli altri articoli, saprete sicuramente del mio sconfinato amore per i mercati e per l’eterogeneità che è possibile incontrare dal punto di vista culturale e dei sapori. Fera o Luni e Piscaria sono i due mercati che ho visitato, il primo ricco di qualsiasi cibo, colore, etnia, e il secondo più incentrato sul pesce. Ve li consiglio entrambi.

Il seltz

No non si mangia ma si beve e i catanesi ne sono grandi amanti. Il seltz è una bevanda dissentante (e anche digestiva visto le mangiate che, da viaggiatori gastronomici, vi sarete fatti) a base di selz, limone e acqua e viene venduto in bicchiere di plastica nei tanti chioschi che popolano la città.

Il cuoppo di pesce

Il fritto è buono sempre, ed è vero. Ma è anche vero che assaggiare un fritto di mare dove da generazioni friggono pesce ha tutto un altro sapore. Ci sono diversi posti in cui provarlo, io ho preso quello di Scirocco Lab, accanto al mercato Piscaria.

Sarde a beccafico

Sarde a beccafico
Sarde a beccafico | © Jessica Cani

Da quando lo ho assaggiate mi chiedo come abbia fatto a vivere senza tutto questo tempo. Sono diventati uno dei piatti che amo di più della Sicilia: sarde avvolte da pan grattato, aglio e prezzemolo tritato, uva sultanina, pinoli, sale, pepe e olio. Anche questo preso da Scirocco, uno street food particolarmente quotato anche dalle guide. 

La spremuta

Vai in Sicilia e non fai incetta delle loro arance? Giammai. Anche in questo caso ci sono tanti carretti in città che vendono spremute di arancia. Gustosissime e dissetanti, vale la pena acquistarne una fra un fritto e un altro.

Catania è una città meravigliosa per scoprire la gastronomia siciliana, così ricca e variegata per cui, però, non vi basteranno certo 48h per assaggiarla tutta. Io ci tornerò con calma prossimamente.


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Variazioni di gusto: le collaborazioni gastronomiche di Alessio Signorino al ristorante Terra di Palazzo Tirso

A gennaio mi sono seduta al tavolo di Palazzo Tirso per la prima serata inaugurale di “Variazioni di Gusto”, un format gastronomico nato dall’idea di Daniele Bassetti, direttore del Palazzo Tirso a Cagliari. L’obiettivo era quello di valorizzare i talenti e produzioni di qualità della Sardegna creando occasioni di degustazione e dialoghi tra le diverse anime gastronomiche dell’isola. Il Gelato da Pasteggio: Signorino e il gelato gastronomico di Fabrizio Fenu Il primo appuntamento era quello tra Fabrizio Fenu, maestro gelatiere.  Quando vivevo lontana dalla Sardegna, le storie gastronomiche dell’isola cominciavano a farsi sentire oltre i suoi confini. La ristorazione muoveva i primi passi verso una nuova consapevolezza, lenta rispetto alle città in cui abitavo tra centro e nord Italia, ma con una forza interessante. C’erano segnali che mi dicevano che questa terra aveva tante storie da raccontare. Me lo ricordo ancora, era il 2014. Vivevo a Firenze e, al Gelato Festival, un maestro gelatiere sardo vinse con un gelato al pecorino fiore sardo DOP e pere caramellate.  Avevo letto che era di Marrubiu ma non sapevo chi fosse. Ricordo però di aver detto ai miei colleghi universitari che forse il progetto su cui stavo lavorando per la mia tesi in economia agroalimentare, con un focus sulle reti collaborative nell’isola, aveva un senso: talenti, storie e prodotti potevano intrecciarsi per disegnare le storie che avevo sognato per la mia terra. Sono passati dieci anni. La Sardegna, e Cagliari in particolare, sono cambiate. Anche io lo sono, ma la passione per le collaborazioni di valore è rimasta intatta. Quel maestro gelatiere era Fabrizio Fenu della gelateria I Fenu. Con Alessio Signorino hanno organizzato una di quelle serate che tanto mi piacciono. Lo hanno fatto, appunto, al Ristorante Terra di Palazzo Tirso, dove hanno disegnato un menu in cui il gelato artigianale e l’alta cucina potessero camminare fianco a fianco.  Contrasti di temperature e consistenze hanno dato al gelato non più il solo ruolo di dessert, ma quello di protagonista nell’intero menu. Ad aprire la serata, un gran cocktail pensato da Matteo Premolini, a base di Crannatza (Vernaccia Valle del Tirso IGT di Orro) bottarga e zafferano, accompagnato da una quenelle di gelato alla bottarga e un gambo di sedano a sostituire la palettina per raccoglierlo. Sublime! A seguire, quattro portate: Gambero viola di Villasimius, rape marinate e sorbetto alle mele. Un inizio perfetto con un piatto godurioso e con una materia prima eccellente. Il primo piatto è stato un risotto con pecora in salmì, polvere di massa di cacao e gelato al pecorino. Un piatto con un pensiero interessante dietro, con un riso in cui mancava appositamente la mantecatura.  A seguire, un petto di piccione alla brace, tacos di verza e gelato alle patate arrosto. Per finire, una “Gelato torta“: zafferano, pistacchio e agrumi, dove la mano della pasticcera Maurizia Bellu, compagna di lavoro e di vita di Fenu, ha chiuso in maniera eccelsa questa splendida cena. Rapsodie Veg: Signorino e la cucina vegetale di Fabio Vacca Il 20 marzo ho preso parte alla seconda tappa del progetto “Variazioni di gusti” al ristorante Terra di Palazzo Tirso. Dopo aver scoperto il lato sorprendente del “Gelato da pasteggio”, questa volta ho assistito a un inno alla cucina vegetale con “Rapsodie Veg”: un percorso in quattro portate che ha messo al centro la ricchezza delle erbe spontanee e la possibilità di sperimentare abbinamenti analcolici. A dare il benvenuto, tre amuse bouche che hanno stuzzicato immediatamente la curiosità: foglia di borragine, crocchetta di cacio e pepe e sedano rapa con gelificazione di fiori di sambuco. Subito dopo è arrivata la Crème Brûlée di ricotta di mandorla affumicata, arricchita da asparagina cruda, crema di asparagi e limone candito, pane pistoccu fritto ed erbe di campo. Un piatto che ha unito consistenze e aromi leggeri con il gusto rotondo della ricotta di mandorla. In questa serata, i cocktail di Matteo Premolini e i racconti del sommelier Andrea Catgiu si sono rivelati compagni del viaggio: il primo è stato un’acqua aromatizzata alla rucola e pepe rosa, omaggio alla “passeggiata” fra orti e campagne che rappresenta così bene la filosofia di Alessio Signorino e Fabio Vacca. Il primo – che, lo ammetto, mi ha emozionata particolarmente – è stato un tortello ripieno di crema di piselli, servito su insalata di piselli e crema di erbe spontanee, con un intrigante caramello di tuorlo alla soia. L’equilibrio fra dolce, sapido e fresco era così armonioso che ogni boccone regalava la sensazione di una primavera in fiore. A seguire, un’interpretazione vegetale del filetto alla Rossini: sedano rapa e foie gras di nocciola, con spinaci crudi, tartufo nero e un fondo bruno vegetale perfettamente eseguito. Una dimostrazione di come, puntando su materie prime di qualità e tecniche raffinate, si possano raggiungere risultati di grande eleganza anche senza proteine animali. In abbinamento, una Weisse analcolica creata con gli avanzi di pane del ristorante, proposta davvero interessante, e un kombucha dall’acidità vibrante. Il dessert – tiramisù alla saba – ha chiuso in bellezza. La crema al mascarpone profumata di Malvasia, la torta caprese tostata, il gelato al caffè e la gelatina alla saba componevano un gioco di sapori che dialogavano che naturalezza, abbinato, come tocco finale, al caffè filtro di Alfredo Premolini, con un blend pensato apposta per esaltare questo percorso. Ciò che più mi ha affascinata di questo dialogo fra Signorino e Vacca è stata la loro comune passione per la raccolta di erbe selvatiche: un gesto antico e, allo stesso tempo, carico di contemporaneità. Il progetto di collaborazione fra Signorino e altri chef proseguirà nei prossimi mesi. Questo conferma ancora una volta come la gastronomia di questa terra, con l’energia giusta, possa reinventarsi senza mai perdere il legame con le sue radici. RISTORANTE TERRA – PALAZZO TIRSO Piazza Deffenu 4, Cagliari